Venti agosto duemiladiciassette. Tié.
Oggi racconto com’è possibile da Firenze in circa un’ora andare nel parco delle Foreste Casentinesi a trascorrere una giornata nella Natura, fare rifornimento di acqua e comprare prodotti buoni.
Per prima cosa saltare in macchina e arrivare a San Benedetto in Alpe (io ho fatto l’itinerario: Autostrada uscita Firenze-Sud, dopodiché Rufina, Dicomano, San Godenzo, su strada SS67)
Arrivati a San Benedetto in Alpe lasciare la macchina e imboccare il sentiero che indica Acquacheta, che sta vicino il Centro Visite dove una ragazza abbastanza bona può darvi indicazioni sulla visita alle cascate e vendervi una mappa alquanto fica dei sentieri CAI del Parco delle Foreste Casentinesi al prezzo di €10. Io l’ho comprata.
Il sentiero dell’Acquacheta è un sentiero che si inoltra in bei boschi di faggio, acero, castagno, nocciolo, noce e ontàno e che sale fino a circa 600 metri fino a raggiungere una radura chiamata il Romito, creata dai monaci dell’Abbazia Benedettina (ne rimangono solo dei resti purtroppo non conservati). La cascata citata da Dante fu creata da questi monaci che intervennero nella deviazione di un fiume (l’Acquacheta appunto) creando un salto di circa 70 metri (nei mesi autunnali forse è possibile vederla ancora).
Il telefono del Centro Visite, nel caso voleste telefonare per sapere se la cascata c’è o è in secca lo riporto di seguito: 349 7667400
Esco dal centro visite e mi metto a camminare volenteroso e voglioso di natura e di cascate.
Il sentiero è comunque bello, anche senza cascata se non fosse per i turisti che ad ogni spiazzo si fermano banchettando e lasciando scottex cacate lattine e altri residui nel sottobosco.
Allora mi sono prodigato nella raccolta dei rifiuti facendo il mio dovere di scout e lasciando il posto un pochino più pulito di come lo avevo trovato e riempiendo una busta di residui.
La quale busta non sapevo dove buttare senonché al ritorno, all’uscita del sentiero ho trovato un signore dalla barba bianca che appena mi ha visto mi ha subito urlato di buttare il sacchetto nel vicino cassonetto. Qualche uovo messo in bella mostra in un cestino di vimini, quelle uova su cui non c’è etichetta né niente, ma a detta sua sono delle sue galline che sono le migliori del mondo.
Così ho tirato dritto e sceso all’incrocio del paese ho trovato invece qualcosa di molto più interessante: una bottega di vendita diretta di prodotti biologici: uova freschissime appena cacate dalle galline biologiche e formaggi e carne di lonza (proprio come la chiamava il sommo poeta!) e formaggi, vino miele insaccati ricotta marmellate e ragù pronti, tutto ma dico tutto biologico.
E allora ho aperto il portafoglio e ho speso ventisei euro di BIO perché di fronte a questo po’ po’ di roba tutta certificata non si bada a spese.
Ok ora che ho scritto tutto e che l’ho pure condito con le foto esemplificative non rimane altro che andare a letto e pregare di non scrivere più un articolo quando sono ubriaco del vino BIO altrimenti mi comprometto definitivamente… ‘Notte a tutti.
Ah, dimenticavo, avevo portato le taniche per fare rifornimento di acqua nella piazza del paese ma invece questo è quello che ho letto su un cartello
Ho pensato: ma come, un posto che scoppia di acqua viene rifornito dalle autobotti? Andiamo bene andiamo. Ah, già, dimenticavo che ormai è tutto secco, persino la cascata di 70 metri. Vabbè pazienza.
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