E quale sarebbe il cibo non vero?, sorge spontaneo domandarsi, di fronte ad una banalità del genere.
Per chi legge questo libro in cerca del cibo da mangiare la risposta è: il cibo vero è quello che anche la nostra bisnonna saprebbe riconoscere. Quello che farebbe gola anche ad un nostro progenitore lontano, un aborigeno o un antenato cacciatore-raccogliotre. Il cibo verde, soprattutto. Il cibo naturale, di stagione, magari autoprodotto nell’orto davanti casa.
Ecco svelato subito, come lui fa già dalla prima riga del libro, il finale al lettore. Magari tutti gli scrittori fossero così!
Ma ovviamente non è finita qui.
Michael Pollan, già autore del libro Il dilemma dell’onnivoro (ascoltatelo, se volete, anche in Food Inc., un documentario-denuncia sull’industria alimentare), struttura un ampio e documentato discorso che va ben oltre una semplice analisi della qualità degli alimenti presenti oggi nei nostri supermercati. Il suo saggio va anzi nella direzione opposta: smonta le basi scientifiche del nutrizionismo a colpi di buon senso, insegnamenti della storia e ironia.
L’autore da un lato rende evidente, con molti esempi, quanto la scienza alimentare sia ancora lontana dal conoscere i segreti di una “dieta bilanciata” e, anzi, avanza a tentoni nel misterioso universo degli alimenti, che sempre più svela come la semplificazione della metodica scientifica nel decidere cosa è giusto o no mangiare sia fonte di disordine alimentare e malattia, piuttosto che di benessere. Dall’altro svela piano piano, orientandosi in una cronistoria di truffe, interessi in gioco e manipolazioni culturali, come non si tratta affatto di scienza alimentare, quella che detta le regole all’opinione pubblica e agli organi governativi sulle politiche alimentari, ma piuttosto della solita macchina economica.
Perché “no” al nutrizionismo?
Perché è un’arma nelle mani dell’industria alimentare. Le persone hanno una fiducia cieca in quello che dicono i medici, ma oggi in molti Paesi i medici e gli esperti dell’alimentazione non sono più liberi dagli interessi e dal profitto, ma venditori, manager. E il cibo prodotto non è più vero cibo, ma prodotti trasformati.
L’aver abbandonato la cucina tradizionale per correre dietro all’innovazione ha fatto dimenticare alle nostre generazioni i tempi in cui era la mamma a darci da mangiare, non la Kellogg’s.
Un esempio? I prodotti vegetariani a base di SOIA. Bistecche di soia, latte di soia, tofu… Il fatto che la soia sia stata consumata dalle popolazioni che la coltivavano sempre fermentata, mai cruda né tantomeno trasformata alla maniera occidentale, non dovrebbe farci essere forse molto scettici sugli effetti deleteri che questo superalimento mangiato secondo metodologie recentemente introdotte sul mercato a scopi commerciali, prive di riscontro storico e probabilmente dannose provocano, a lungo termine, sul corpo umano? E che dire della origine OGM della soia commerciale? (dare un’occhiata ai link che mettono in luce gli aspetti antinutrizionali e antiriproduttivi della soia: Salute Olistica, Pura Salute, Russian scientists’ studies)
Il nutrizionismo ha deformato negli anni la cultura della gente, creando disordine alimentare e mescolando le diete e gli alimenti di paesi diversi, appartenenti a climi differenti, generando ad esempio la credenza che a renderci più sani non siano tanto le cose che mangiamo, quanto i nutrienti che le compongono. Nel mondo immaginato dai nutrizionisti, ricorda Pollan, anziché perdere tempo a sbucciare la frutta, basterebbe assumere una quantità equivalente di vitamina C. Ma accade invece che gli stessi nutrizionisti mettano improvvisamente al bando le componenti della dieta che fino a poche settimane prima avevano presentato come irrinunciabili, e che per paradosso gli Stati Uniti, il Paese più ossessionato di qualsiasi altro dal terrore di mangiare qualcosa che fa male, si siano dati il modello alimentare più malsano e patogeno fin qui conosciuto.
La scienza “del lampione” : il limite del riduzionismo.
La scienza, corrotta o meno dal profitto dell’industria alimentare, fa un errore cruciale: crede di poter studiare i nutrienti senza tener conto dell’alimento, l’alimento senza tener conto della dieta e, infine, la dieta senza tener conto dello stile di vita. Ognuna di queste cose è invece collegata a tutte le altre, ma ostinandosi a spezzettare il cibo per analizzarlo al microscopio, la scienza non potrà mai arrivare alla piena comprensione di tutte le infinite connessioni tra noi, l’ambiente e gli alimenti e del motivo per cui prima non davano luogo a tante patologie come oggi.
Una buona parte del libro si interessa infatti di mettere in chiaro come è la dieta occidentale quella accompagnata dal maggior numero di malattie che in popoli indigeni, come ad esempio gli aborigeni australiani, non esistono affato. Tra queste malattie occidentali dell’alimentazione, conquista tutta nostra e del nostro felice secolo di progresso, compaiono a livello ormai epidemico il diabete, l’obesità, la sindrome metabolica, i disturbi cardiovascolari, carie, appendicite, infarto e varie forme di cancro.
Volendo dirlo in maniera breve, il riduzionismo della scienza porta a difetti di nutrizione e, quindi, alla malattia, perché “costruisce” diete sbilanciate in quanto basate su un calcolo di nutrienti invece che sugli alimenti veri. Ma, come giustificano gli scienziati: mica possiamo finanziare una ricerca scientifica sul broccolo!
Regole della nutrizione corretta secondo M.P.
1. Non mangiate nulla che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo.
2. Non mangiate nulla che non può andare a male.
3. Evitate i cibi che contengono ingredienti sconosciuti, dai nomi impronunciabili, oppure più di 5 ingredienti.
4. Evitate i prodotti pubblicizzati ed etichettati come “salutari”.
5. Evitate i supermercati.
6. (Provate ad) acquistare dai produttori. In altre parole: stringete la mano di chi vi nutre.
7. Preferite i vegetali, in particolare le verdure a foglia.
8. Siete quello che mangia l’animale mangiato da voi!
9. Acquistate un freezer e quando trovate buoni prodotti (es. da allevatori biologici) fatene scorta.
10. Mangiate cibo cresciuto su terreno sano.
11. Mangiate cibo selvatico, quando ne avete la possibilità.
12. Considerate i cibi (e la cucina) NON tradizionale con scetticismo (vedi esempio della soia).
13. Bevete un bicchiere di vino durante i pasti.
14. Pagate di più (per ciò che vi sembra migliore!) e compensate la spesa mangiando di meno.
15. Mangiate a tavola e, se possibile, non mangiate da soli.
16. Non mangiate di corsa.
17. Date retta al vostro stomaco (non alla porzione gigante che sta nel piatto!)
18. Cucinate il vostro cibo.
19. Se potete, coltivate il vostro orto.
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