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Archive for novembre 2015

Approfittando della necessità di procurare acqua di sorgente per fare il pane, questo mese di novembre estivo mi ha portato a scoprire e percorrere il cammino che da Firenze conduce ai luoghi cari a Tiziano Terzani. Parlo di Orsigna, il piccolo borgo incastonato nelle colline degli appennini pistoiesi in cui soggiornò il grande giornalista e scrittore toscano in vari periodi della sua vita.

Seguendo le indicazioni di un blog in rete datato 2011 mi addentro nell’entroterra pistoiese e poi a piedi percorro le strade del paese.

Mi colpisce subito la bellezza dei boschi tutt’intorno, che a novembre sono vestiti di mille colori. Biodiversità! Mi fermo ad ammirare abeti, castagni, querce, noccioli e tanti altri alberi diversi.

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Decido di lasciare l’auto nella cunetta e di camminare per un paio d’ore lungo il sentiero n.5 del CAI, ben segnato. Mi porta a scoprire scorci di paesaggio e angoli di bosco incantevoli. Respiro aria pura.

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Ritorno all’auto.

Poco dopo aver superato il paese, proprio sulla strada, in corrispondenza del primo tornante a sinistra, si trova un mulino restaurato, Molino di Berto (maps) che ora ospita un buon ristorante. Da qui, scendendo al fiume sottostante, è possibile far visita all’Ecomuseo, un percorso ben organizzato che fa conoscere le fonti di sostentamento dell’economia locale di un tempo: carbone e castagne.

FONTE_SAN CAMILLO_1Km_dopo_Orsigna

Le castagne venivano molite per fare la farina, da cui vari prodotti di sussistenza tra cui il sostituto locale del pane, i necci.

Il proverbio locale recita: “La montagna è laddove finisce il pane e cominciano i necci”

Dura, la vita di una volta.

L’oste m’offre un ammazzacaffè che per poco non ammazzancheme, una grappa al peperoncino ustionante.

Proseguendo si incontra il cartello che permette facilmente di arrivare in auto alla casa Terzani, si deve arrivare a quella che viene indicata Case Cucciani.

INDICAZIONE_ESATTA_CASA_TERZANI(CASE-CUCCIANI)

Mi ero preparato il bigliettino da lasciare appuntato all’albero con gli occhi. Lasciata la macchina al parcheggio comincio ad avvicinarmi alla casa, ma poi la commozione è troppa, così come il senso di violare un luogo privato. Mi fermo (colpa del senso civico acquisito in Svizzera, credo).

Faccio dietrofront e torno sui miei passi. Mi trattengo l’emozione.

Il suono della voce di Tiziano mi accompagna, mentre lo rivedo nel documentario di Mario Zanot che la rete ci ha regalato, rendendolo memorabile anche ai più giovani che non l’anno conosciuto, come me.

Ho amato di lui il suo senso di meraviglia e stupore per il mondo, il suo amore per l’avventura, la sua voglia di trasmettere insegnamenti laici e universali.

Vorrei strappare all’umanità un compromesso di impegno per un futuro di azioni migliori. Serve l’esempio, penso. E’ l’unica ricetta che funziona.

Mi riprendo riscendendo con l’auto fino a tornare sulla strada per Orsigna. Faccio un’ulteriore deviazione per raggiungere la Fonte di San Camillo (era quello lo scopo del viaggio, quasi dimenticavo). Riempio qui le damigiane. L’acqua che bevo mi ripaga del viaggio!

Fresca e pura, come l’immancabile citazione di Francesco d’Assisi stampigliata sul muro. A quando pare il luogo è pieno di sorgenti. Sono indicate nei cartelli.

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Bel posto. Ci tornerò, per emozionarmi ancora.

E per bere acqua, naturalmente.

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