Le generazioni future non ci perdoneranno i danni che stiamo loro facendo.
[Lorenzo Tomatis]
Non si può non fare informazione riguardo l’incenerimento, è una priorità di ciascuno, come una chiamata alla mobilitazione nazionale:
Ho esempi in famiglia mia e ovunque intorno a me di disinformazione sui danni dell’incenerimento. I cittadini vengono tenuti buoni con convincenti false notizie, il bombardamento mediatico concorde con le lobby non risparmia nessuna rete televisiva. Gli inceneritori sono un affare per chi li costruisce, per chi li gestisce, per chi li deve dismettere. Sono lavoro (poco). Sono PIL. Il PIL è spreco, consumo e costi, ricordiamolo.
Più PIL crea più dipendenza dai soldi. Più soldi aumentano il PIL.
Una società sostenibile e in armonia con la Natura ha PIL uguale a zero, ricordiamolo.
Il ciclo d’affari dell’incenerimento parte dagli industriali e si aggancia al territorio tramite i politici:
Lobby -> politico -> legge territoriale -> appalto.
La beffa è che le imprese che costruiscono gli inceneritori ricevono anche incentivi per farlo. Spesso i politici e gli uomini di lobby sono la stessa persona. In questo momento storico l’Italia ne è il triste primato in Europa. Gli stessi cittadini sono azionisti delle Spa che costruiscono gli inceneritori. Finanziamo il cancro dei nostri figli per un interesse a breve periodo sulle azioni quotate in borsa. La domanda, la cui risposta ormai è solo retorica, è: Che fine farà una società che basa il guadagno sulla malattia e sul sopruso?
Beh, vorrei rispondere: Mi oppongo! Il futuro che sogno è il mondo che voglio per me e i miei figli. Nonostante tutto, credo nell’effetto dirompente delle azioni positive e nel coinvolgimento di altre persone desiderose di una realtà migliore.
Gli inceneritori sono impianti ad enorme impatto, non sono sostenibili, sono la maniera meno efficiente di ricavare energia dai rifiuti.
Costruire inceneritori significa inevitabilmente limitare e boicottare la raccolta differenziata (soprattutto la “porta a porta”, che è la più efficace). Vedere il caso di Brescia, dove la raccolta differenziata di carta e plastica stenta a partire.. Chissà perché?!
Non chiedetevi ora: cosa possiamo fare in alternativa? … Perché le soluzioni già ci sono.
Penso che a molte persone manca poco così per cominciare a fare qualcosa in questa direzione: basta solo poco così di informazioni e qualche idea e contatto con cui cominciare ad agire. Perché noi dobbiamo diventare la soluzione ai problemi, piuttosto che invocarla, piuttosto che delegarla con il voto. Perché l’ora è tarda.. E chi ha aspettative aspetta. E rischia di farlo a tempo indeterminato.
INFORMARSI
Partiamo dalle parole giuste.
Incenerimento: processo di combustione ad alta temperatura.
Il termine termovalorizzatore, seppur di uso comune, è criticato in quanto sarebbe fuorviante. Infatti, secondo le più moderne teorie sulla corretta gestione dei rifiuti gli unici modi per “valorizzare” un rifiuto sono prima di tutto il riuso e poi il riciclo.
[Wiki]
I termini termovalorizzatore e termoutilizzatore sono dunque eufemistici, per non dire altro.
il ‘termovalorizzatore’ non esiste. A termini di legge, evitando parole fuorvianti o fantasiose, questi impianti si chiamano “inceneritore” (anche detto Azienda insalubre di classe I […]
– Patrizia Gentilini è un faro oggi in Italia nella campagna di informazione sui risultati oncologici del danno da incenerimento. A questo link c’è, ad esempio, lo stato di contaminazione del latte materno in mamme di Brescia e Montale (PT).
– Menzogne certificate. A questi link 1 e link 2 alcuni studi sugli inceneritori falsificati perché non compaiano i dati sull’incidenza degli inceneritori sui tumori (alla mammella, stomaco, colon, fegato, polmoni, tra quelli monitorati).
– Patrizia Gentilini intervistata ancora a questo link.
– Maurizio Pallante fa una lezione breve e chiara sui rifiuti, gli inceneritori e la raccolta differenziata.
– Paul Connett sul processo di incenerimento e gestione dei rifiuti.
– Il gioco di prestigio degli inceneritori, video di Montanari.
– Ma cosa sono le nanoparticelle prodotte dagli inceneritori? Stefano Montanari ha un sito medico che lo spiega (a questo link). Esistono molti video divulgativi su youtube, basta fare una ricerca con il suo nome e cognome.
– Le nanoparticelle passano da madre a figlio: video.
– L’incenerimento a più di 900 gradi produce nanoparticelle, a meno di 900 gradi produce diossine. Le diossine sono le sostanze più tossiche mai conosciute e non esistono in Natura. L’uomo invece la produce in quantità industriali… E chissà perché è successo che i dati sulla quantità di diossina misurata dagli inceneritori sia stata falsificata (vedi il caso di Lucca).
– In tutto questo, c’è un articolo della Costituzione italiana, il numero 32, che non viene rispettato.
– Una mappa (parziale) degli inceneritori in Italia e un elenco aggiornato su Wiki.
ENTRARE IN AZIONE
Le politiche comunali di raccolta differenziata porta a porta e riciclaggio sono una prima soluzione alla politica dell’incenerimento: ridurre i rifiuti. Farli ritornare nel ciclo economico tramite il riciclo, il recupero, il riuso. Farli diventare un guadagno con il compostaggio.
Agli amministratori: Rifiuti Zero.
Ma non basta: è possibile ridurre i rifiuti anche senza grossi investimenti comunali, passare la palla ai cittadini.
Il vero progresso consiste nello sviluppare una transizione a livello delle persone, dal basso. Perché è il cambio di stile di vita ciò che permette di mettere in atto la vera soluzione al problema dei rifiuti. Sto parlando di soluzioni piccole, casalinge, virtuose.
Per entrare in azione è mandatorio non commettere i soliti errori: la società individualistica di cui assorbiamo continuamente la cultura porta in alto mare. Perché la battaglia solitaria di pochi Don Chisciotte dura poco. Le nuove forme di azione vincente sono una impegnativa ma meritevole, ricostruzione della comunità. Tutto sta ad innescare il processo di transizione, tutto sta a coinvolgere le persone che già sappiamo vivere profondamente come noi il problema e disposte a parlarne.
Cambiare è la chiave. E’ difficile ma è la chiave.
La comunità agirà in locale, organizzando nuove forme di riciclaggio e recupero dei rifiuti a basso costo. Potrà partorire le idee opportune per evitare gli sprechi. Ridurre i rifiuti alla fonte. Chiudere tutti i cicli produttivi che è possibile chiudere a livello locale.
Ad esempio: chi ha il terreno (anche un piccolo giardino) ha metà di quello che serve per compostare l’organico, lo spazio. Chi invece non ha il terreno ha metà di quello che serve per compostare l’organico: il rifiuto di partenza. Tutto sta a far incontrare le due persone. Semplice no? Questo tipo di compostaggio domestico riduce il costo dei rifiuti in partenza e procura un guadagno economico: il compost costa cinquanta centesimi a carriola, o qualcosa del genere. E se poi avete quattro metri quadri ma non avete come usare il vostro compost, fatevi un bell’orto!
Piano piano, si può svuotare il mare con un cucchiaio, provare per credere. Io lo sto già facendo. :)
Bibliografia e links
§ L’ordine dei medici FRANCESE chiede al proprio governo di non permettere più la costruzione di altri inceneritori, e individua le alternative.
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