Il Post che segue è preso prevalentemente dal blog Selvatici , Fattoria dell’Autosufficienza e dal sito della Scuola di Agricoltura Sinergica.
Le origini: da Fukuoka alla Permacultura di Holmgren-Mollison
L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione rivoluzionario elaborato a partire dagli anni ’80 dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip (1938-2003), adattando al clima mediterraneo i principi dell’agricoltura naturale dell’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka (1913-2008).
Partendo dall’osservazione di ciò che avviene spontaneamente in natura, Fukuoka estrapolò quattro principi da applicare nella cura della terra e che pongono l’agricoltura in armonia con la natura senza utilizzare tecnologie e senza produrre inquinamento:
1. Non arare – Nessuna lavorazione del suolo poiché la terra si lavora da sola attraverso la penetrazione delle radici, l’attività di microrganismi, lombrichi, insetti e piccoli animali;
2. Non concimare – Nessun concime chimico né composto preparato poiché il suolo lasciato a se stesso conserva ed aumenta la propria fertilità;
3. Non sarchiare – Nessun diserbo poiché le erbe indesiderate non vanno eliminate ma controllate; le radici non vanno eliminate dal terreno;
4. Non usare fertilizzanti né pesticidi – Nessuna dipendenza da prodotti chimici poiché la natura, se lasciata fare, è in equilibrio perfetto.
Il quinto principio, non elencato ma trattato ampiamente nei suoi libri e che egli stesso sperimenta è:
5. Non potare – Ciò è possibile solo coltivando gli alberi dal seme: è sufficiente una sola potatura per non poterne fare più a meno.
Cosa rimane da fare? Beh! Piantare, pacciamare, irrigare, osservare, raccogliere, in ogni caso un carico di lavoro ben diverso. Tali principi diedero il nome a quella che lo stesso autore definì l’agricoltura del Non Fare.
Spostiamoci ora in Australia. Negli anni settanta David Holmgren (a destra) e Bill Mollison (in bianco e nero con Fukuoka) appresero i danni causati dall’agricoltura tradizionale e grazie allo sviluppo di un approccio olistico svilupparono metodi di progettazione coerenti con il principio “vivere senza distruggere”, ovvero cercando di conciliare i bisogni umani con quelli della natura nella costruzione di insediamenti umani sostenibili.
L’agricoltura sinergica di Emilia Hazelip
Emilia scrive in un suo articolo:
L’Agricoltura Sinergica che io pratico si è sviluppata a partire dal lavoro di Fukuoka, microbiologo giapponese precursore della Permacultura, e si tratta di una agricoltura che permette al suolo di mantenersi selvaggio anche essendo coltivato. Quest’agricoltura ha una sua tecnica e non si può definire come del “Non Fare” come il metodo di Fukuoka, giacché mantiene una dinamica selvaggia in un suolo coltivato fertile e sano, il che richiede molto calcolo e organizzazione nel lavoro.
(Apri video in un’altra finestra a questo link)
Gli attuali metodi di coltivazione isolano le piante artificialmente in monocolture a filari rigorosamente distribuiti sul terreno. Le incoraggiano artificialmente nello sviluppo, scavando e modificando il terreno naturale, usando fertilizzanti per le specie produttive e diserbanti per tutte le altre ritenute inutili, usando pesticidi contro le più piccole forme di vita animale. Il risultato e’ quello di avere nei supermercati frutta e verdure grandi e colorate, ma povere di micronutrienti, oltre che parzialmente tossiche per la salute umana (veleni occasionalmente non rilevati, o non ancora proibiti, o tollerati in “basse dosi” dalla legge).
L’agricoltura tradizionale crede che se una data quantità di elementi si trova in una pianta coltivata e raccolta, la stessa quantità di elementi dovrebbe essere reintrodotta nel suolo altrimenti quest’ultimo si impoverisce. In sintesi, le piante sono accusate di sottrarre fertilità al suolo.
Ma aggiornati studi microbiologici evidenziano il fatto che le piante crescendo e vivendo creano un suolo più fertile di prima, grazie a residui organici ed attività biochimiche. Alan Smith, un microbiologo australiano, ha dimostrato come arare la terra danneggi i cicli nutritivi del suolo, e lo ha fatto rivelando uno dei cicli più importanti per la vita delle piante e del suolo: il ciclo Ossigeno-Etilene.
Con la rielaborazione operata da Emilia, i principi dell’Agricoltura Sinergica che potremmo infine prenderci la briga di enunciare sono:
1. Non lavorare il suolo (né arare né zappare);
2. Non compattare il suolo;
3. Non aggiungere alcun prodotto eserno (concime, fartilizzante, perticida, erbicida);
4. Piantare insieme almeno tre specie di piante.
L’orto
Gli organismi presenti in un suolo spontaneamente nell’ orto sinergico non sono visti come un pericolo ma come un vantaggio da mantenere nel modo migliore a supporto del massimo sviluppo agricolo.
Nell’ orto sinergico non si zappa né si ara il terreno, non si concima con concimi chimici né organici. Evitando lavorazioni artificiali e seminando una gran varietà di piante la fertilità del terreno aumenta anno dopo anno.
Quando ariamo la terra provochiamo sempre un ingresso nel sottosuolo di una grande quantità di ossigeno che “brucia” subito la stragrande maggioranza dei microorganismi utili.
A differenza delle usuali coltivazioni agricole industriali, in un orto sinergico le piante perenni convivono con quelle stagionali e la stessa verdura è presente contemporaneamente a diversi stadi (persino decomposta).
E’ importante dividere nettamente la zona calpestabile da quella dove invece crescono le piante, in questo modo si evita di compattare il suolo.
Le fasi di preparazione dell’orto sono:
1. Preparazione del suolo
2. Formazione dei bancali
3. Impianto di irrigazione
4. Pacciamatura
5. Tutori permanenti
6. Siepi frangivento e protezioni
Nella zona coltivata si mantiene la terra sempre ricoperta da uno spesso strato di pacciamatura (meglio un misto di materiale di recupero o di riciclo: paglia, rametti, carta non tossica, foglie morte) che ha la stessa funzione delle foglie morte sul suolo di un bosco.
Il suolo non è mai scoperto in natura. La pacciamatura trattiene una basilare umidità del suolo, combatte la crescita delle erbe spontanee mantenendo il terreno lontano dalla luce diretta, protegge la fertilità del suolo dal dilavamento della pioggia, evita l’ effetto di compattamento del suolo quando piove violentemente o grandina.
Solitamente in questo tipo di orti l’irrigazione viene applicata con la tecnologia “a goccia” (tubi forati installati sotto la pacciamatura), senza sprecare quantità d’acqua nell’aria o sulle foglie, oltre che senza rischiare di slavare sostanze nutritive utili dal corpo della pianta o dal terreno.
Critiche al metodo
Il metodo di agricoltura sinergica è criticato dal Metodo Manenti perché non permette alle piante spontanee di crescere a fianco delle piante coltivate (la loro crescita viene ostacolata con cartoni e paglia, e quando crescono lo stesso bypassando tali ostacoli, vengono diserbate a mano). Ma così facendo si tende a mantenere “pulito” il bancale, in disaccordo con l’esigenza del terreno che necessita di biodiversità e complementarità.
Dal metodo Manenti arriva la critica alle leguminose: non sono tanto necessarie alla ricchezza minerale del suolo. Tale ricchezza arriverebbe soprattutto dalle micorrize e dalla biodiversità complessiva (macrofauna, batteri e funghi, piante, microfauna).
Inoltre, il coprire con abbondante pacciamatura (paglia) con elevato carico di carbonio porterebbe, secondo i detrattori del metodo sinergico, uno squilibrio nel terreno, oltre ad essere un veicolo di diffusione per le lumache, che in alcuni climi (in Spagna e Austria meridionale ad esempio) sono una vera piaga. Le lumache amano proliferare sotto gli strati umidi di foglie, che la pacciamatura simula con la sua copertura permanente.
Per farsi una personale idea delle diverse scuole di pensiero si consiglia di confrontare i metodi, diversificare gli studi ma soprattutto sperimentare con approccio osservazione-retroazione.
– Si suggerisce la lettura del libro sul Metodo Manenti (nel blog è presente un resoconto di tale metodo a questo link).
– Si suggerisce la lettura e studio della scuola dei coniugi Bourguignon (testo: Il suolo un partimonio da salvare, Intervista ai Bourguignon nel film: Soluzioni locali per un disordine globale, di Coline Serreau | youtube con sottotitoli in italiano), in disaccordo con Manenti per quanto riguarda il ruolo delle leguminose.
Bibliografia e approfondimenti
§ Manuale orto sinergico scaricabile qui.
§ Manuale orto sinergico del progetto “La città degli Orti” rilegato qui.
§ Documenti di archivio e riferimenti della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica.
§ Articolo di Marilia Zappalà su Chi era Emilia Hazelip.
§ Gli appunti di Emilia in Italiano (thanks to Nicola di Ortodicarta).
§ The Living Soil – Ethylene Oxygen Cycle, Alan Smith, 1977.
§ Ciclo Ossigeno-Etilene, Alan Smith, traduzione dell’articolo originale (senza figure).
§ Molti libri di agricoltura naturale in italiano a questo link dell’editore.
Qualche video
Una lista di video la trovate al seguente link
Ciao Ho incrociato il tuo blog … stiamo censendo gli Orti SInergici Italiani in un Gruppo su FB, se hai realizzato un o più orti sinergici dopo aver seguito un Corso con qualcuno degli insegnanti della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip, mandaci fotografie e dati vari sull’OS. A breve ci sarà una Scheda da compilare con i dati dell’OS che rimarrà alla Scuola come Archivio per il monitoraggio della diffusione dell’Agricoltura Sinergica in Italia. Un grazie anticipato, a presto sulla Pagina FB, Ebe :-)
https://www.facebook.com/groups/OrtiSinergiciItalianiCensimento/
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[…] ortisti Via del Carota sono un gruppo di persone che da tre anni coltivano insieme un orto sinergico a Via del Carota, Bagno a Ripoli (FI). Si ritrovano una o due volte a settimana, generalmente […]
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che fico
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Ehi, tra le foto do orti sinergici non ho travato quelle del nostro orticello. Provvediamo ;)
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hai ragione :)
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